La disfunzione erettile, o impotenza, è definita come l’incapacità di avere e/o mantenere un’erezione per un tempo sufficiente a portare a termine un rapporto sessuale. La frequenza di questa condizione è, a livello mondiale, in aumento; negli ultimi 30 anni, infatti, il numero di casi è più che raddoppiato e, in Italia, circa il 13% degli uomini ne è affetto.
L’impotenza è un fenomeno assai complesso ed è il risultato dell’alterazione di uno o più fattori, quali:
- età (la principale causa di disfunzione erettile);
- salute psicologica (stati di ansia, stress, depressione, problemi di coppia);
- stile di vita non corretto (dieta sbilanciata, consumo di alcol, droghe e tabagismo);
- presenza di patologie come malattie neuromuscolari o traumi al pene.
La disfunzione erettile, inoltre, si può presentare in associazione a fattori di rischio cardiovascolari e metabolici, quali:
- squilibri ormonali (bassa produzione di testosterone);
- diabete;
- pressione sanguigna elevata che, nel lungo termine, danneggia i vasi sanguigni, favorendo l’insorgenza di disturbi cardiovascolari;
- obesità, che aggrava tutti gli altri fattori di rischio;
- livelli elevati di colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità).
Disfunzione erettile e disturbi cardiovascolari: perché è importante fare attenzione
La circolazione sanguigna, la pressione ed altri parametri cardiovascolari sono coinvolti nel fenomeno dell’erezione, per cui casi frequenti e/o prolungati di impotenza potrebbero essere indice di un sottostante problema cardiovascolare. Studi dimostrano, infatti, che tra gli uomini che soffrono di disfunzione erettile, uno su otto è affetto da disturbi cardiovascolari, tra cui infarto, cardiopatia ischemica, ipertensione e aterosclerosi (formazione di placche che occludono le arterie impedendo la circolazione sanguigna). Queste condizioni sono potenzialmente letali, quindi, prevenirle e/o individuarle in tempo è fondamentale per la salute del paziente.
Disfunzione erettile e disturbi cardiovascolari: quale trattare prima?
Poiché la disfunzione erettile è un sintomo, le cure atte solamente a riprendere la funzionalità dell’organo sessuale, non risolvono il problema all’origine. L’’utilizzo di farmaci che inducono l’erezione, infatti, comporta una risoluzione temporanea del problema. Per arrivare ad un trattamento più definitivo è necessario condurre un’indagine approfondita che possa determinare la causa scatenante.
Nel caso in cui la causa all’origine sia un problema cardiovascolare o metabolico, l’approccio terapeutico non sarà solamente di tipo farmacologico, ma si rifletterà anche a livello comportamentale. Il paziente, infatti, dovrà condurre uno stile di vita sano, abbandonare vizi (alcol e fumo di sigaretta), assumere una dieta bilanciata e variegata e praticare attività fisica giornalmente. L’adozione di abitudini comportamentali sane è fondamentale, sia per la prevenzione che per il trattamento dei disturbi cardiovascolari; questa, combinata alla terapia farmacologica, può comportare benefici significativi per il paziente. Tuttavia, la somministrazione di farmaci deve essere attentamente valutata dallo specialista; infatti, l’assunzione concomitante di medicinali a base di nitrati (alcuni farmaci per il trattamento dei disturbi cardiovascolari) e di medicinali per la disfunzione erettile, potrebbe avere effetti collaterali anche severi.
Lo stigma sociale è un pericolo per la salute del paziente
Nonostante la disfunzione erettile sia un fenomeno ampiamente diffuso nella popolazione maschile, per molti rimane ancora motivo di forte imbarazzo; moltissimi pazienti, infatti, e specialmente i più giovani, temono il confronto con l’andrologo e si sottraggono alla consultazione medica.
Informarsi attivamente sul proprio stato di salute è essenziale per prevenire o, eventualmente, trattare tempestivamente patologie che, nel tempo, potrebbero portare a risvolti clini gravi e potenzialmente letali. Questo è particolarmente vero per la disfunzione erettile, soprattutto se correlata a disturbi cardiovascolari sottostanti; in questi casi, infatti, richiedere una visita andrologica risulta fondamentale. L’andrologo è l’unica figura capace di improntare un percorso di cura personalizzato, sicuro ed efficace, che potrebbe rivelarsi “salvavita” per il paziente.
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