La stenosi uretrale è una condizione in cui il paziente è affetto da un restringimento del lume dell’uretra (tubo che permette il passaggio dell’urina dalla vescica all’esterno del corpo).
I sintomi della stenosi uretrale, spesso, possono essere simili a quelli di altre condizioni, come le infezioni del tratto urinario, e ciò può confondere la diagnosi e ritardare il trattamento.
La risoluzione della stenosi uretrale avviene tramite operazione chirurgica, anche se questa opzione non è sempre considerabile.
La scelta sull’esecuzione dell’intervento dipende dalla gravità dei sintomi di ostruzione dell’uretra e dalle preferenze del paziente.
Il normale flusso di urina in un giovane maschio sano è maggiore di 15 ml/s, sotto questa soglia si hanno segni di stenosi via via più gravi; il trattamento è valutato in base a quanto la stenosi impatta sulla qualità di vita del singolo paziente.
In ogni caso, prima di un intervento chirurgico per la stenosi, devono essere risolte e prevenute eventuali infezioni del tratto urinario, per cui, viene prescritto dal medico un esame delle urine e urinocoltura.
In generale, il trattamento della stenosi uretrale può essere praticato per via transuretrale e comprende la tecnica di dilatazione uretrale e la tecnica di uretrotomia interna.
Inoltre, l’intervento di stenosi uretrale può essere praticato anche tramite chirurgia a cielo aperto, la tecnica di riferimento in tal caso è la uretroplastica.
Dilatazione uretrale: trattamento della stenosi uretrale
La dilatazione uretrale è una tecnica che prevede l’inserimento nell’uretra di cateteri di diametro via via maggiore per portare ad un allargamento graduale del canale uretrale, allo scopo di risolvere la stenosi.
Questa procedura viene effettuata in anestesia locale e può causare non poco disagio, oltre a sanguinamento.
Questa procedura è oggi meno usata sia per lo stress al quale è sottoposta l’uretra sia per le possibili recidive di stenosi, che ammontano circa al 65% entro tre anni dall’intervento.
Uretrotomia interna
L’uretrotomia interna è un’altra tecnica utilizzata come prima linea per il trattamento della stenosi uretrale.
L’uretrotomia interna è particolarmente adatta per le stenosi uretrali bulbari (quindi che coinvolgono l’uretra bulbare, porzione mediana dell’uretra) brevi (< 1,5 centimetri) e in pazienti che non hanno subito precedenti interventi a carico dell’uretra.
La tecnica consiste in un’incisione del canale uretrale ristretto al fine di riallargare il diametro dell’uretra.
Tale incisione viene effettuata tramite una lama “a freddo”, anche se negli ultimi anni è eseguibile anche mediante l’uso del laser che consente maggiore precisione e minore sanguinamento.
La procedura può essere eseguita sia in anestesia generale che tramite semplice sedazione e ha una durata di qualche minuto.
Alla fine dell’intervento viene lasciato un catetere vescicale e, in assenza di complicazioni, il paziente può tornare a casa dopo qualche ora.
Uretroplastica
La uretroplastica viene presa in considerazione per pazienti che hanno avuto una recidiva di stenosi dopo precedenti interventi di dilatazione uretrale o uretrotomia, per arrivare ad un risultato durevole e definitivo.
Uretroplastica in tempo unico
L’uretroplastica in tempo unico prevede la selezione della porzione dell’uretra danneggiata e la rimozione, da parte del chirurgo, del tessuto fibro-sclerotico che si è creato (causa della stessa stenosi).
Successivamente, si possono usare a seconda la lunghezza e la causa della stenosi due tecniche.
La prima chiamata END TO END vengono ricongiunti i due monconi uretrali e l’uretra è così riparata in un unico intervento.
La seconda tecnica è l’utilizzo di tessuto prelevato da altre parti del corpo, generalmente viene utilizzata la mucosa orale.
Uretroplastica in due tempi
Nel caso dell’uretroplastica in due tempi si effettua una ricostruzione dell’uretra con due operazioni che sono eseguite a distanza di tempo (da 6 a 12 mesi) l’una dall’altra.
Durante il primo intervento il chirurgo rimuove l’uretra, sostituendola con una striscia di mucosa orale, suturata su glande e corpi cavernosi del pene.
In tale fase, il paziente avrà il meato uretrale (il foro di uscita dell’uretra) non all’apice del pene, ma lungo la porzione ventrale dell’organo sessuale.
Tramite il secondo intervento l’uretra è ricostruita, e il meato uretrale viene riportato nella corretta posizione, cioè nella porzione apicale del glande.
Decorso post-intervento: trattamento della stenosi uretrale
Durante il periodo post-intervento il paziente, generalmente, deve rimanere in ospedale per un tempo variabile da 1 a 3 giorni, in base al tipo di intervento effettuato e a seconda della specifica condizione.
Dopo l’intervento, inoltre, è necessario che il paziente mantenga il catetere per un tempo variabile a seconda dell’intervento.
In questo periodo di tempo è importante controllare che il catetere non presenti ostruzioni (possibili piccoli grumi di sangue potrebbero formarsi e bloccare l’urina).
Soprattutto per i pazienti più sensibili è essenziale ricordare che è normale la perdita di un po’ di sangue nelle urine, in particolar modo durante gli sforzi che la persona può dover fare per l’atto della defecazione.
La stenosi uretrale è una condizione per la quale è essenziale il consulto del medico specialista.
Tramite un professionista il paziente potrà avere il migliore supporto possibile e la competenza richiesta per risolvere al meglio la problematica che lo affligge.
Fonti
- Abdeen BM, Badreldin AM. Urethral Strictures. 2021 Oct 21. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan–.
- Linee Guida EAU per il trattamento dei sintomi non neurogeni delle basse vie urinarie maschili e dell’ostruzione cervico-prostatica (bpo)
- https://www.urologyhealth.org/urology-a-z/u/urethral-stricture-disease
- https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/15537-urethral-stricture-in-men
- https://www.auanet.org/guidelines/guidelines/urethral-stricture-guideline#x2802